La qualità della vita per le persone affette da…
Gli individui con una malattia ostruttiva polmonare cronica presentano livelli più bassi di salute psicologica e mentale oltre ad una forte inclinazione alla disabilità.
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è caratterizzata da una abnorme risposta infiammatoria cronica, delle vie aeree e del polmone a particelle nocive o gas. I principali sintomi sono la riduzione dell’ampiezza del respiro, con compromissione della performance e del funzionamento delle attività quotidiane. Si tratta di una patologia che nel 2030 sarà considerata la quarta causa di morte e la settima causa di disabilità e perdita della propria autonomia.
Gli individui con una malattia ostruttiva polmonare cronica presentano livelli più bassi di salute psicologica e mentale oltre ad una forte inclinazione alla disabilità, intesa come perdita della propria autonomia personale.
I risultati di alcuni studi precedenti condotti sugli individui con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Jones, Miravitlles, van der Molen, Kulic, 2012) hanno evidenziato come la qualità della vita e la disabilità siano influenzate anzitutto da fattori psicologici, da indicatori di severità obiettiva e da variabili sociodemografiche. A tal proposito, il modello di Leventhal (1998) ha evidenziato che l’adattamento e il fronteggiamento delle malattie croniche, dipenda da cinque componenti legate alla rappresentazione della malattia:
- identità e natura dei sintomi esperiti;
- la causa delle condizioni;
- la durata di tale condizione;
- le conseguenze della condizione e gli effetti sulla vita personale;
- la curabilità o controllabilità della condizione attraverso i significati personali e biomedici.
Studi in tale direzione (Birmelé, Le Gall, Sautenet, Aguerre, Camus, 2012), hanno evidenziato come per gli individui che convivono con una condizione cronica sia di particolare rilevanza il locus of control interno connesso alla salute che si esplicita nella convinzione che il corso della patologia possa dipendere dai comportamenti interni (Rotter, 1966). Il locus of control interno è associato ad alti livelli della qualità della vita connessa alla salute, bassi livelli di depressione e alti livelli di resilienza. Data la criticità di queste dimensioni e l’influenza delle stesse anche per individui che convivono con altre forme di cronicità, queste variabili potrebbero avere un peso specifico anche per determinare disabilità e qualità della vita connessa alla salute in individui che convivono con la malattia polmonare ostruttiva.
Nonostante la rilevanza della qualità della vita connessa alla salute e la disabilità per gli individui che convivono con la broncopneumopatia cronica ostruttiva, gli studi precedenti che si sono occupati di approfondire tale dimensione, presentavano limiti connessi alla numerosità ridotta del campione e al reclutamento dei soggetti, elementi che rendevano difficile la generalizzabilità dei risultati. Gli autori del presente studio hanno approfondito le influenze dei fattori psicologici sulla qualità della vita connessa alla salute e la disabilità nei pazienti con malattia ostruttiva polmonare cronica, confrontati con la popolazione generale. L’ipotesi di partenza è stata che il locus of control interno e le percezioni ottimistiche associate alla malattia siano correlate ad elevati livelli di qualità della vita connessa alla malattia e bassi livelli di disabilità.
Il campione complessivo è di 502 partecipanti e i dati sono stati raccolti attraverso il metodo cross-sectional (trasversale) con una Survey online.
Tra gli strumenti utilizzati è stato proposto l’utilizzo della SF-12, (Short Form Health Survey) per la misurazione dei livelli della qualità della vita correlata alla salute. L’effetto e l’impatto della patologia cronica sullo stato di salute e sulla vita quotidiana, è stato misurato attraverso il CAT (Copd Assessment Test). Depressione, ansia e tendenza alla somatizzazione sono stati misurati attraverso il Patient Health Questionnaire e il Brief Illness Perception Questionnaire.
In conclusione, un migliore stato di salute mentale, la percezione ottimistica della malattia, più alti livelli di locus of control interno, risultano associati a minor livelli di disabilità e più elevati livelli di qualità della vita. Tali evidenze scientifiche sembrano supportare la necessità di un supporto ulteriore rispetto a quello tradizionale, evidenziando come in aggiunta a programmi di riabilitazione polmonare o training di esercizi, sarebbe necessario un trattamento sui sintomi somatici in comorbidità che sia comprensivo delle dimensioni psicologiche che stimolano le percezioni di autoefficacia percepita e il self-management. Educare i pazienti alle strategie di coping nei confronti di tutte quelle che sono le richieste necessarie alla gestione della malattia, dovrebbe costituire uno scopo essenziale nel trattamento della malattia. Ne deriva che sarebbe di estrema importanza che gli operatori sanitari che si occupano di cronicità tenessero in stretta considerazione questi fattori nel programmare i percorsi terapeutici strutturandoli come spazi utili nel rafforzare la comprensione della malattia e le abilità di autogestione e self-management, a partire da processi meno visibili è più legati alla sfera della rappresentazione del sé e della malattia, come elemento essenziale nel engagement e coinvolgimento del paziente stesso. Come dire che il processo di presa in carico sarebbe importante che partisse dalla persona per arrivare al paziente.
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A cura di Alessandra Moreschini